Cibo etnico… italiano: ricette ed esempi di pietanze esotiche che sono anche parte della nostra tradizione
Lo sapevi che la cucina etnica non è poi così lontana dalle nostre tradizioni gastronomiche?
C’è chi la ama, c’è chi la odia. C’è chi non ha ben capito che cosa significa esattamente “cucina etnica”.
Spieghiamo il concetto e poi capiamo come e perché tutti dovrebbero amare la cucina di paesi lontani… che spesso non sono lontani affatto.
Per cucina etnica si intendono i cibi tipici di popolazioni di altri paesi, che non sono (ancora) entrati nel mercato globale. Per intenderci, se l’ottimo angus argentino o la pizza non sono definiti come cucina etnica è perché è possibile trovarli in moltissimi ristoranti sparsi in tutto il mondo e anche nel supermercato e fanno ormai parte delle abitudini alimentari di molti paesi in tutti i continenti.
La cucina etnica invece è un po’ più “sconosciuta”, meno diffusa, perché appartiene a varianti gastronomiche meno globalizzate e a popolazioni le cui tradizioni sono meno “esportate” di altre.
Spesso si tratta di sapori cui non siamo abituati quindi se le persone più curiose e temerarie la amano proprio perché è una sfida per i sensi e per il palato, quelli che puntano sul sicuro se ne tengono alla larga.
Eppure adesso ti dimostreremo come alcuni piatti di cucina etnica hanno dei sapori molto mediterranei, tanto da essere anche parte della cucina italiana (eh sì, perché “etnico” non vuol dire solo africano, indiano o giapponese!)
Partiamo dal Cous Cous, così lontano, così vicino.
Molti pensano che il cous cous sia un piatto (solo) nord africano. In realtà anche la sponda italiana del tesoro di culture che è il Mediterraneo ha le sue varianti di ottimi cous cous, tanto che a San Vito Lo Capo (Trapani) ogni estate si tiene il Cous Cous Fest, un festival gastronomico pensato proprio per unire le culture di due continenti che trovano nella Sicilia il loro punto di unione.
Pesce crudo… non solo in Giappone
Si sente spesso parlare dei benefici del sushi, vero? Il pesce crudo ha una serie di elementi nutrizionali, dai grassi “buoni” ai famosi omega 3 alle vitamine A e D, che aiutano a prevenire malattie cardio vascolari e a evitare le malattie neuro degenerative. Insomma, aiuta a restare giovani e sani più a lungo.
Ma la caratteristica e benefica abitudine di mangiare pesce crudo non c’è solo nel paese del Sol Levante, ma anche in Italia, ad esempio a Bari, dove il mercato del crudo di mare è sempre florido, vivace e frequentato.
Lo si trova dalle sagre ai ristoranti di lusso, nelle trattorie e persino in alcune pizzerie. Già poco fuori dalla provincia è difficile invece trovarne, perché non è parte della tradizione, ad esempio, del leccese.
Per questo possiamo dire che il pesce crudo di Bari rientra a buon titolo nel concetto di cucina etnica.
Piadina… non solo romagnola
La piadina romagnola è un prodotto dop apprezzato in tutto il mondo. Eppure la piadina non è certo un piatto solo romagnolo ma esiste in diverse varianti anche al di là del nostro paese, come hanno appreso i ragazzi e le ragazze del progetto “chi semina raccoglie” di Anffas Sava, durante il laboratorio di cucina etnica in collaborazione con l’Associazione Salam.
Sempre sotto la supervisione dello chef Alfredo Garibaldi, i nostri amici si sono cimentati nella preparazione di questo cibo che, con alcune varianti, è parte della cucina africana e indiana.
Ad esempio, per ovvi motivi di tradizione e cultura, nell’impasto della piadina africana (che in realtà si chiama Chapati), non c’è lo strutto, che invece troviamo nella ricetta originale della piadina romagnola.
Facili e veloci da fare, bastano 1 ½ kg di farina di frumento integrale, 2 tazze di farina bianca, 1 cucchiaio di sale, 10 g di burro, acqua calda.
Setaccia insieme le farine e il sale facendoli cadere in una grande terrina, unisci il burro e lavora il tutto con le mani, aggiungendo acqua fredda quando serve per rendere l’impasto consistente (quanto questo gesto faccia bene alla salute lo abbiamo detto anche in questo post). Copri e lasciate riposare 1 ora, poi torna a lavorare l’impasto, se necessario aggiungendo un poco di acqua fredda.
Dividi in palline della dimensione di una noce e iniziale ad appiattire, quindi cuoci su una piastra calda, leggermente unta, finché i tondini di pasta sono leggermente dorati ma non induriti; girali e cuocili dall’altra parte.
Provaci anche tu e facci sapere come viene e con che cosa ti piace condirla!